Role of the "rooming-in" on efficacy of universal neonatal hearing screening programmes

Acta Otorhinolaryngol Ital. 2008 Oct;28(5):243-6.

Abstract

Sensorineural hearing loss is one of the most common congenital abnormalities in infants and it affects approximately one to two neonates in every 1000 births. Early identification of hearing loss in the newborn is the first step for a successful rehabilitation programme. The introduction of Otoacoustic Emission responses as a useful tool in hearing screening programmes, allowed the identification of hearing loss in the well-baby nursery and in targeted populations of the neonatal intensive care unit. Recently, a new concept of breastfeeding during hospitalization after birth has been developed. Indeed, the so-called "rooming-in" allows a mother to stay with her child in the same room, located in the nursery. This new trend has been developed to avoid any psychological adverse consequences of birth on the child-mother relationship. To enhance how "rooming-in" could affect the Universal Neonatal Hearing Screening (UNHS) programmes, an analysis has been made of the data coming from two maternity wards using different breastfeeding protocols. Data obtained demonstrate a worse performance on obtaining essential benchmark in the UNHS in the maternity ward where rooming-in is adopted (60% of newborns tested). UNHS programme efficacy could be affected by the wider adoption of the "rooming-in" regimen in the maternity wards and early detection of hearing loss revealed by UNHS could be vanished by dispersion of patients. In fact, more data are necessary to evaluate the impact of rooming, even though our data show a worsening in the UNHS results.

L’ipoacusia neurosensoriale è una delle più comuni anomalie congenite in età pediatrica e colpisce circa 1-2 bambini ogni 1000 nati. L’identificazione precoce della ipoacusia nel neonato è il primo passo verso un programma di riabilitazione di successo. L’introduzione delle otoemissioni acustiche (OAEs) quale metodica diagnostica efficace nei programmi di screening uditivi ha consentito di identificare l’ipoacusia nelle maternità e/o in una popolazione selezionata. D’altra parte, negli ultimi anni, è stato introdotto un nuovo concetto di allattamento al seno durante l’ospedalizzazione del neonato. Infatti, il cosiddetto “rooming-in” consente alle madri di stare nella stessa stanza dei loro bambini nei reparti di maternità. Questa nuova tendenza è stata sviluppata al fine di evitare avversi effetti psicologici correlati alla nascita nel rapporto madre-bambino. Per evidenziare come l’adozione del “rooming-in” può incidere sull’efficacia degli screening uditivi neonatali universali, gli Autori hanno analizzato i dati provenienti da due reparti di maternità nei quali si esegue lo screening uditivo neonatale universale, ma che adottano un diverso regime di allattamento al seno. I dati ottenuti dimostrano risultati peggiori nel raggiungimento degli obiettivi fondamentali dei programmi di screening uditivi neonatali universali in quella maternità ove è adottato il regime del rooming-in (solo il 60% dei bambini esaminati). L’efficacia dei programmi di screening uditivo neonatale universale possono così essere inficiati da una più ampia diffusione del regime “rooming-in” nei reparti di maternità, che favorirebbe la dispersione di pazienti ed impedirebbe la diagnosi precoce delle ipoacusie neurosensoriali congenite. Comunque, anche se i nostri dati dimostrano il mancato raggiungimento degli obiettivi laddove esiste il rooming-in nei programmi di screening uditivo neonatale universale, ulteriori dati sono necessari a conferma di quanto emerso dal presente studio.

MeSH terms

  • Hearing Disorders / diagnosis*
  • Humans
  • Infant, Newborn
  • Neonatal Screening*
  • Rooming-in Care*